giovedì 5 maggio 2011

05_ Vision (Seth)


La vita era ingiusta.
La vita era davvero, davvero ingiusta.
Per una volta che aveva la possibilità di provare il suo valore, di scendere sul campo le era stato affidato il compito più complicato della sua vita.
-Tanto valeva mandarmi ad uccidere Luswig o Ludwig (o come cavolo si chiamava) in persona
Borbottò Seth andando avanti e indietro per la sua stanza. Le aveva provate tutte, era persino arrivata a prendersi a testate (leggere) contro il muro ma tutto ciò non era servito a nulla, nessuna visione aveva oscurato i suoi occhi azzurri, nessun raggelante mal di testa le aveva intorpidito la mente.
Si morse il labbro inferiore e si appoggio al muro, chiuse gli occhi maledicendo il mondo intero.
Un leggero bussare alla porta e una voce suadente la ridestarono.
-Posso entrare?
-Certo Jen, tranquillo...
Disse stancandosi con una spinta dal muro mentre il suo gemello entrava.
_... Non disturbi niente di meraviglioso e mistico!
Disse agitando le braccia, seccata.
Lo sguardo vuoto di Jensen osservava paziente la parete di fronte a se, come suo solito restava immobile, ascoltando attentamente i suoni che lo circondavano per riuscire a capire i movimenti della sorella.
-Nessuna visione?
Chiese pacato, con quel leggero sorrisino sghembo che lo caratterizzava.
Seth si fermò e corrugò la fronte osservandolo. I dread di suo fratello erano da riprendere alle punte, pensò soltanto osservando quella figura alta, decisamente bella ma poco curata.
Con la scusa della cecità Jensen non si riprendeva spesso i dread all'uncinetto e lasciava che la barbetta bionda gli crescesse anche per qualche giorno.
-Il dono del tatto ce l'hai no?
-Che vorresti dire?
Il cambio di argomento lo lasciò perplesso anche se, involontariamente, si portò la mano al mento per carezzare la peluria, come se avesse intuito il motivo della domanda così poco pertinente.
-Che anche se non la vedi, puoi sentire che la barba è lunga
Uno sbuffo.
-Quanto sei pigro...
-Quanto sei brava a deviare gli argomenti eh?
Questa volta fu lei a sbuffare, si lasciò a cadere seduta sul letto.
-E' inutile Jen, non ci riesco! Tu sai quanto sono imprevedibili le mie visioni, a volte non ne ho anche per un mese intero. Sono una veggente negata, e la cosa peggiore è che Quinn conta su di me
-Tutti contano su di te
Il viso di Seth si fece livido e lanciò un occhiata bruciante verso suo fratello.
-Grazie Jen, sei il fratello migliore del mondo
-Felice di esserti utile
Sorrise lui, fingendo genuinamente di non aver udito il sarcasmo nell'intonazione della voce di lei; fece qualche passo in avanti e protendendo le mani davanti a se, tastò il letto prima di sedervisi sopra, lo sguardo cieco sempre rivolto di fronte a se.
-Seth... rilassati, quando accadrà, accadrà, lascia che sia una cosa naturale, come sempre
-Certo, e mentre noi aspettiamo i porci comodi di questo dannato potere cosa succederà al mago? Eh?
-Abbiamo spie per tutta la città, e Quinn sta guidando un gruppo di ricerca che comprende i più..
-Oh basta Jensen!
Seth scattò in piedi.
-Quanto è grande Homana? Quanti abitanti possiede? E' passata una settimana da quando Milena ci ha avvertiti... Tutti quanti sappiamo che è una ricerca inutile, si stanno muovendo solo perché sperano di trovare in giro qualche NATO che li indirizzi su dove andare a cercare!
-Non essere pessimista, se è difficile per noi, pensa quanto può essere difficile per i NATO...
Seth neanche lo degnò di uno sguardo, abbasso il capo, la testa le faceva male.
-Certo come no...peccato che i NATO siano SEMPRE un passo avanti a noi...
Una forte rabbia le attraversò il corpo, facendola rabbrividire.
Li odiava quei cani bastardi, li odiava e li desiderava morti, D'istinto si guardò le mani e dilatò gli occhi.
Il silenzio cadde fra i gemelli. Jensen sospirò, poi d'un tratto si fece attento, qualche cosa non andava.
-Seth?

Sangue, sangue da per tutto, le sue mani ne erano piene
“Tu lo hai sempre saputo vero?”.
Fucili venivano caricati.

-Seth?
La respirazione di sua sorella era affaticata.
-Seth?!
Jensen si alzò protendendo le mani nella direzione della ragazza.
-Seth, parla!
Ma Seth non lo sentiva.
D'un tratto tutta la stanza cominciò a vibrare mentre lampi di immagini sovrapposte cominciavano a pulsare dinanzi ai suoi occhi.

Il ragazzo era legato ad un palo, guardava la morte con aria fiera.
Un tatuaggio lungo un corpo secco ma muscoloso.
“Ti aspetto dall'altra parte del fiume”

Colta dalle vertigini Seth ricadde all'indietro ricadendo tra le braccia del gemello mentre dalle sue pupille il nero cupo dei suoi occhi tingeva anche le sclere.

Due occhi scuri le comparvero dinanzi, erano grandi e spaventati come quelli di un animale ferito, costeggiati da mille lentiggini.
Luci al neon dentro una cella povera, come quelle dei vecchi monasteri, corridoi lunghi e bui dove uomini e donne vestiti di scuro si aggiravano furtivi.
Ombre, leggere come ombre.
Colpi di pistole, guanti e pantaloni di pelle, maschere a gas.
"Corri!"
Capelli lillà tagliati corti e orecchie piccole, appuntite.
Un serpente argenteo che si avvolgeva a spirale.





(Immagine "Todo es mentira" dal DA di Etadam; modificata da me)

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